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La gestione finanziaria di «Humanitas»

Piero Delfino Pesce fu poco avveduto nella gestione delle spese inerenti alla sua impresa editoriale. Ciò che, infatti, caratterizzava il suo stile di vita era la liberalità, quel tratto aristocratico che lo spingeva allo spreco, al dispendio senza ritorno, alla dépense. Viveva in un’atmosfera di meravigliosa inanità! Pur di compiacere alla sua «amante» – così Pesce chiamava la sua rivista! – fu a tal punto generoso con i suoi più autorevoli collaboratori, che pagava con compensi elevati e comunque fuori mercato, da mettere a repentaglio il suo stesso patrimonio familiare. Da qui le sue difficoltà economiche – condivise, comunque, dal fratello Vittorio Delfino Pesce – nella gestione della rivista e della casa editrice, che vengono confermate dalle due lettere* che qui di seguito pubblichiamo. Nondimeno dalle missive non si riesce a capire chi sia il destinatario!

*Le lettere in oggetto appartengono al prof. Vittorio Delfino Pesce, il quale ci ha fornito gentilmente anche la «caricatura» di Piero Delfino Pesce, che abbiamo collocato sull’esergo del sito. E di questo noi lo ringraziamo!

  Lettera di P. D. Pesce del 27/11/1915 al «Cavaliere senza nome»  
 

 

Lettera di P. D. Pesce del 29/11/1915 al «Cavaliere senza nome»

 

 

Il «cdp» è diretto da Nicola Fanizza